Dialogo sul Tao

 

Francesco: Ciao Roberto, sono contento di essere tuo amico. Molto interessante la tua bacheca. Posso sapere come mai sei arrivato a me? Un caro saluto

Rob: Grazie dell’amicizia Francesco, ho letto i tuoi ultimi due libri (Tao e Tantra e Taoisti d’Occidente) e mi sono piaciuti molto: sei riuscito a coniugare rigore filologico e gradevolezza di lettura, anche per questo ti ringrazio e spero ci sia occasione di dialogare.

Francesco: Mi fa piacere sapere che i miei ultimi due libri ti siano piaciuti. Certo che mi fa piacere dialogare con te. Come mai sei arrivato al taoismo? Per quanto mi riguarda, Taoisti d’Occidente è e sarà il mio ultimo libro. Dopo aver pubblicato nove libri sull’argomento ho deciso di non scrivere più, se vuoi ti dirò anche perché… a presto

Rob: Sono arrivato al taoismo da una parte per approfondire la dialettica di Mao indagandone le ascendenze autoctone, dall’altra attraverso la pratica del Qi Gong e della medicina tradizionale cinese. Sulla tua decisione di non scrivere più, posso fare varie supposizioni (la prima rimanda a Laozi) ma sono contento di averne ancora sette da leggere. a presto

Francesco: Tutto molto interessante. Mi interesserebbe soprattutto sapere se sei arrivato a qualche conclusione riguardo la dialettica di Mao…
Se pratichi Qi Gong hai ancora bisogno di leggere libri sull’argomento? Non ti basta ciò che ti dice il tuo corpo?

Rob: Praticare il Qi Gong potrebbe bastare, certamente, ma leggere è un piacere a cui non rinuncio.
Mao non ha mai affrontato sistematicamente la filosofia classica cinese, almeno per quel che ho potuto leggere (non conosco il cinese). Sporadici riferimenti nei suoi scritti vi fanno riferimento: a volte con giudizi negativi, a volte attingendovi citazioni, per lo più metaforiche. I custodi sovietici del marxismo ufficiale lo consideravano un eclettico, perchè avevano rilevato nei suoi scritti un 30% di citazioni dai classici del marxismo, contro un 70% di citazioni dalla tradizione cinese. Allo stesso tempo, Mao riesce a cogliere nelle opere di Marx e Lenin alcuni elementi di primaria importanza che venivano ampiamente trascurati dalla vulgata di quegli anni. Probabilmente è stato il rapporto con Li Dazhao che ha orientato Mao ad assumere un atteggiamento non liquidatorio nei confronti del dibattito sul Tao, a differenza della quasi totalità degli intellettuali progressisti cinesi della sua generazione. Mentre il marxismo ufficiale riduceva la dialettica ad “una somma di esempi” (come lamentava Lenin) incorniciati nelle “tre leggi” engelsiane, Mao radicalizza i termini della questione, a partire dalla categoria di contraddizione: “l’uno si divide in due”. Tutte le sue azioni paiono variazioni su questo tema, dalla lunga marcia alla rivoluzione culturale.
In realtà, bastano tre segni: 1:2

Francesco: Ti ringrazio. E’ molto interessante quello che mi hai scritto. Sta di fatto che Mao, come tu ben sai, ha ritirato fuori la medicina cinese tradizionale che era stata messa ufficialmente al bando durante l’ultima dinastia. Anche se, durante la rivoluzione culturale, era vietato parlare di yin e yang. Negli anni ottanta però sono state divulgate molte pratiche taoiste, compreso il Qi Gong che addirittura era usato a livello ospedaliero. Si tratta di pratiche che per millenni erano state tenute nascoste dalla tradizione di scuole “gelose” dei propri segreti. Ricordo che ero abbonato a una rivista cinese intitolata Qi Gong dove si potevano trovare antichi testi taoisti tradotti in cinese moderno, ovvero con ideogrammi in parte semplificati…

Rob: Trovo che il rapporto della Cina moderna (repubblicana) con il pensiero classico, in particolare con il taoismo, si sia sviluppato a fasi alterne e sia tutt’ora molto variegato e (naturalmente) contraddittorio. Modernismo occidentalista, tradizionalismo nazionalista, titanismo palingenetico mi sembrano i tratti estremi (generalmente moderati da un pragmatismo molto “confuciano”) entro cui si è mosso il dibattito. Per quanto riguarda la medicina tradizionale cinese, probabilmente il suo recupero nella fase post-rivoluzionaria fu dettato principalmente da motivi pratici (a questi allude Mao, nelle direttive emanate in merito), mentre la rivoluzione culturale, associando drasticamente tradizione e reazione, gettava il bambino con l’acqua sporca. Nei decenni successivi, all’atteggiamento pragmatico si sono aggiunti sempre più elementi ideologici di carattere nazionalista. Per quanto riguarda il Qi Gong, ho il sospetto che le attuali canonizzazioni mediche, ufficializzate accademicamente, pur avendo numerosi ed indubitabili meriti, obliterino proprio alcuni aspetti più legati al pensiero taoista, per motivi politico-ideologici di varia natura.
Come dice il poeta: è la semplicità che è difficile a farsi…

Francesco: Pienamente d’accordo su tutto, caro Roberto. La tua analisi mi sembra chiara e precisa. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi di Alexandra Kollontaj. Come avrai capito dal libro, sono convinto che per realizzare un vero comunismo si debba partire proprio dall’eliminazione della famiglia e quindi della proprietà privata eccetera. L’Eros Alato sostenuto dalla Kollontaj mi sembra l’unica via percorribile. Soprattutto perché è una via che mette l’essere – il godimento dell’essere – al posto dell’io e quindi del fare e dell’avere. Praticando Qi Gong tu sai cosa significa il godimento dell’essere. La respirazione prenatale alla base del Qi Gong è una respirazione che permette di capire nel proprio corpo come il godimento dell’essere sia strettamente legato all’Eros…
Cosa ne pensi? O forse sono semplicemente un nostalgico sessantottino?

Rob: Caro Francesco, debbo essere necessariamente telegrafico: l’eros alato della Kollontai va benissimo, ma per esperienza personale (sono arrivato al Qi Gong attraverso la bioenergetica) penso che Wilhelm Reich sia riuscito a dare un fondamento ed una possibilità di sviluppo molto maggiori alla rivoluzione sessuale. mi riferisco alla vegetoterapia, all’analisi del carattere, all’antropologia funzionalista, mentre per quel che riguarda le cosmologie dell’ultimo periodo, condivido le tue perplessità.
Un “taoista d’occidente”: Giordano Bruno

Francesco: Ti ringrazio tantissimo, caro Roberto. Non hai idea di quanto abbia apprezzato il regalo che mi hai fatto. Ho visto più volte Giordano Bruno e questa scena mi ha sempre particolarmente colpito. Non è necessario aggiungere altre parole, è proprio così! Non immaginavo che fosse su youtube. Grazie, grazie, grazie. Per quanto riguarda Reich, avrai notato in Tao e Tantra quanto ritengo fondamentale il suo lavoro. Tra l’altro ho avuto la fortuna di conoscere e diventare amico di Luigi De Marchi che ha fatto conoscere Reich in Italia e a cui devo, tra l’altro, anche la mia esperienza in una comune… quanti meravigliosi ricordi!… Feci con Luigi anche un documentario su Reich e la sessuopolitica per la televisione (RAI). Stranamente andò in onda senza censure, A parte il titolo che in origine era “Il fascio e il fallo” che fummo costretti a cambiare in “Baci e duci“…

Rob: Molto interessante, ne hai una copia? si riesce a reperire in qualche modo?

Francesco: Purtroppo non ne ho una copia. Luigi De Marchi è morto circa un anno fa. Avevamo proposto alla RAI anche un documentario sulla vita di Wilhelm Reich (Luigi aveva pubblicato anni prima una sua bellissima biografia) ma i funzionari addetti ovviamente si spaventarono e non se ne fece nulla.

Rob: Mi dai due brutte notizie, soprattutto mi dispiace per De Marchi, la sua biografia è stata per me una insostituibile guida allo studio di Wilhelm Reich, avrei voluto discutere con lui di alcune critiche che faceva all’antropologia reichiana… Pur non avendolo conosciuto, è come se fosse scomparso un maestro.

Francesco: Non per consolarti, ma se lo avessi conosciuto in questi ultimi vent’anni saresti rimasto terribilmente deluso. In seguito alla tragica morte di una sua compagna ebbe una svolta radicale. Andava dicendo che “aveva doppiato capo Reich”, scrisse un libro sulla morte, “scimmietta ti amo”, e si spostò politicamente a destra. Continuai a frequentarlo per il grande affetto e la gratitudine che provavo per lui – anche per me è stato un maestro – ma facevo fatica a pensare che fosse lo stesso uomo che aveva condotto le eroiche – a quei tempi erano veramente eroiche – battaglie per la liberazione sessuale. Quando dirigeva l’A.I.E.D. (associazione italiana educazione demografica) ebbe la geniale idea di fare un breve fotoromanzo sulla pillola anticoncezionale – ancora ufficialmente proibita – da distribuire gratuitamente in tutta Italia… Non so dove prese i soldi ma riuscì a distribuirne diverse migliaia di copie… Sono cose che adesso fanno ridere, ma allora si rischiava la galera.
18 Agosto 2011, via Facebook

 

 

 

 

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